venerdì 12 aprile 2013

Scheletri di legno

Si incontrarono a metà di un cielo azzurro, in un limpido mezzogiorno di sole.
Sparute nubi borbottanti stavano ormai cadendo oltre lo sgambetto dell'orizzonte.
"Da dove vieni" chiese un triangolo di curiosità rosso cremisi.
"Dal baule dell'inverno, e tu?".
"Io? Niente di che: da una soffitta autunnale, grigia e poverosa".
Un filo blu era l'unica arteria intrecciata che per un attimo li aveva uniti.
Soffiò una spira di Scirocco e i loro scheletri si allontanarono in un cavatappi di luce che stappò dal collo di una corrente tiepida l'inebriante profumo di un'audace impennata.
Poi fu scintillio d'acqua limpida e fresca, sotto alla pancia del loro colore. Un vociare di felicità. Un calamaio di evaporate emozioni entro cui intingere il pennino di un fragile naso di carta.
E quando il candido bioccolo di una timida nube inghiottì per un breve momento la spericolatezza delle loro pazzie, i due aquiloni lasciarono che un acqueo pulviscolo li nebulizzasse di gioia e i loro scheletri di legno furono pronti a lanciarsi verso irresistibili inebriature di libertà.

Buon weekend a tutti

(p.s. se volete dare un'occhiata al link)
E-vento

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