giovedì 3 ottobre 2013

Delitto senza colpevoli

Ci sono giorni in cui vorrei sentire qualcuno raccontare una storia. 
Sotto il suono di queste campane non succede mai niente di nuovo. Le 18. Ogni pomeriggio è scandito dal bronzo di un lento ripetersi. Mille abitanti, in questo paese di sguardi e silenzi; frazioni e campagne comprese. 
Qui, il letto dei sogni rimbocca coperte su ricci di castagne e noci. Patate. Vipere. Funghi. Peccati di cosce su cui pulirsi in velocità i piedi sporchi dal fango della noia. Negozi polverosi di Oro Saiwa  e amaretti. Mosche in volo libero su geografie di formaggi. Pietre per terra e nei muri delle case. Legna. Odore di fumo. Tubi della stufa da grattare. Manifesti mortuari che ascoltano da lontano le macchine fluire e panchine animate da una quaterna di anziani che scommettono su locandine di funerali futuri. 
Staffette di pettegolezzi, tra i percorsi quotidiani, dove vivo è solo il corto fiammifero della competizione. 
Fagioli che seccano nell'orto. Macellerie con culle di marmo per sproporzionati pezzi di carne rosa.  
E attese. Infinite. Che scorrono, cercando di scappare. Come il Tanaro. 
Perchè in questo luogo non succede mai niente di nuovo. In questa valle dove cercano di far crescere un cuore almeno sulle poche insegne rimaste, c'è qualcuno che racconta solo di un paese che muore.
Ma questa non è una storia. Questa è una pagina di nostalgia alle 18 di un mese di ottobre. Questo è il capitolo di un delitto senza colpevoli, corto e insensato, scritto dalla mano di un uomo.

Buon weekend

Nessun commento:

Posta un commento