mercoledì 29 giugno 2011

Lo spillo di cioccolato


Stamane mi sono alzata presto - come ogni mattina la sveglia comincia a bippare alle 5.15, un paio di snooze e poi si parte - e, prima di scendere in ufficio, sono riuscita a scrivere un paio d'ore.
Ritagliarsi del tempo dalla quotidianità che incombe non è affatto facile ma, come ogni motore che muove l'organizzazione verso le proprie passioni, il mio flusso interiore lavora instancabilmente per me e, senza far baccano o mettersi a piangere quando gli impegni mi distolgono, mi riporta instancabilmente verso quella che ormai definisco con affetto "la mia retta via".
Perchè "retta via", nel mio caso, è scrivere e leggere, una minuscola isola di benessere che mi guarisce dai malanni della vita, ma visto che questa dimensione non esiste per me sola e tutti possiedono il proprio atollo lontano dalla terra ferma, se nel mio caso la letteratura è lo spillo di cioccolato capace di tener lontano l'amaro delle ossessioni - per questo mi è indispensabile - mi piacerebbe sapere nel vostro caso come si traduce. Insomma, qual'è la vostra arma, quella più adatta a difendere le spiagge della vostra vita? Una passione, un rituale o, più semplicemente, una distrazione in grado di ridimensionare molte giornate ed eventi?
Scusate se sono curiosa, ma è indispensabile capire che respirare è un obbligo, mentre farlo dove si sente il profumo dei fiori, una necessità.

Buona giornata a tutti

martedì 28 giugno 2011

Metti che...


...una mattina di giugno lui decida di andare in spiaggia. Prima, si fermi al bar dell'angolo per ingollare cappuccio e brioche. Guardi la cameriera come fosse lo zucchero migliore per la sua colazione. Esca e attraversi il dehor, veda una mamma troppo bella per arrancare a quell'ora dietro al passeggino di un bambino che strilla, quando un palo da lap dance la incoronerebbe regina dei sogni più belli. Si incammini verso la passeggiata, respiri a pieni polmoni, scenda la scaletta, saluti il bagnino, si chiuda in cabina e ne esca in costume. Piedi nella sabbia fresca, arrivi al suo ombrellone, stenda l'asciugamo, si sieda sul lettino e cominci a splamarsi una muta di crema. Intanto il sole, che lo guarda di fronte, accarezza le dolci onde della risacca, sorride ai primi bambini approdati, a qualche anziano, a un paio di ragazzine che per essere già lì a quell'ora, di certo, non escono ancora fino a tardi, la sera. Poi si alzi e vada a bagnarsi i piedi nello sciacquio delle piccole onde di una calda giornata di bonaccia. Guardi l'orizzonte fermo, il lenzuolo del mare solcato da un piccolo risvolto d'acqua, prodotto da un gozzo di ritorno da una notte di pesca. Si senta fortunato. Vivo. Tranquillo. Soddisfatto. E continui a sentirsi così anche quando vede emergere la bandiera di una piccola pinna. Si interessi a quell'inconsueto fuori programma. Osservi con stupore la ferita marina che partorisce il busto di una splendida sirena vestita di niente. Guardi quel corpo lucente che esce per metà dall'acqua. Piccoli seni sodi risplendono bagnati. Spalanchi gli occhi. Si immobilizzi. Aspetti senza fiato che quel pesce di carne si avvicini per sfiorarlo e fargli esplodere i sensi. Tutto si sveglia in lui. Tutto comincia a battere. Il cuore gli scende fin nella cassa toracica dell'inguine. Lo sente. E' lì. Gli inturgidisce il petto. Gli asfalta il respiro. Gli lobotomizza la ragione...
"Marcello? Marcello..."
Una voce. Il suo nome. Un Abbraccio.
 "Marcello..."
Marcello apre gli occhi e vede sua moglie che lo sta fissando, da vicino, avvinghiata.
"Marcello? Ma cosa stavi sognando?"
E Marcello guarda quel biscotto della sua consorte come fosse tenuto prigioniero in un Mulino Bianco.

Buona giornata a tutti



sabato 25 giugno 2011

Il peso delle pietre


In questi giorni mi sono ritrovata alle prese con pietre, cemento, terra e fatica. Un nostro amico è venuto a casa a darci una mano per due lavoretti di muratura urgenti e, visto che io amo i lavori manuali, le possibilità economiche non sono mai proporzionate ai progetti e mio marito doveva star dietro al suo lavoro, sono stata formalmente nominata 'boccia', a pieno titolo. Perchè abitando in una vecchia casa di campagna è lavoro ordinario dover rimuovere terra con picco e pala o portare a mano pietre, su e giù per le fasce; come caricarsi di secchi di cemento, zigzagare per stretti e ripidi viottoli con la carriola e macinare metri su metri portando avanti e indietro tavole e tutto ciò che occorre. Così mi sono genuflessa al cospetto del lavoro così tante volte da non sentire quasi più la schiena, finendo per non riuscire a prendere sonno per l'esagerata stanchezza. Però mi sono anche divertita. Già da piccola usavo pietre e mattoni trovati in giro per giocare: delimitavo stanze immaginarie per l'ipotetica casa che mi sarei costruita, ed anche se in questo caso non ho partorito la mia attuale dimora dalle fondamenta, sono anni che contribuisco al suo restauro, rispettando ogni pietra che è stata posata con il cuore da chi ormai ne guarda la leggerezza dell'aldilà, felice di sentire ogni grammo di questa fatica come la cariatide che sostiene anche me. Perchè il peso delle pietre non grava mai sul mio corpo e gli spigoli in cui mi imbatto mi aiutano solo a ricordarmi una delle direzioni che ho scelto di seguire. Anche se ogni tanto è davvero dura. Anche se molte volte mi ritrovo a farlo da sola.

Buon weekend a tutti   


venerdì 24 giugno 2011

La nuova frontiera dei dadi

Non sono quelli della Knorr, ma riescono a condire la musica con le possibilità di una vera figata!


Buona giornata a tutti

mercoledì 1 giugno 2011

Perfezione

L'altro giorno, mentre stavo camminando, una macchia d'olio sull'asfalto ha attirato la mia attenzione.
Da non credere! Guardate cos'ha perso il motore di chissà quale mezzo.


Buona giornata a tutti