sabato 29 novembre 2014

Radio

C'è uno specchio che riflette l'esterno. Sono chiusa in questo paese di mercanzie. Vedo passare cappotti e ombrelli. Mi dico, fa strano, quando l'odore che sgattaiola dal mio antro è di bosco: muschio e legna umida, foglie e pelo selvatico. Vorrei correre via, lasciare impronte senza scarpe, offrire al mio stomaco domestico bacche da cespugli rossi e foglie di un azzurro pallido deglutite durante un susseguirsi di vertiginose attenzioni al cielo. Penso ad archivolti di fronde, a frastagliati scalini di roccia, a entrate e uscite, teatro di sorprese con prati così ondulati da sembrare in movimento, verdi di speranza, tanto intensa da penetrare ogni morbido corpo di terra. Poi mi dico che in pieno tumulto, in viaggio, tra saltelli e un respirare a pieni polmoni, ci sono già.
Grazie alla musica.
Che evapora da questa radio nascosta sotto a una cassa vuota di scontrini.
È una catenella di voci e strumenti, battiti e note, il braccialetto magico di questo sabato pomeriggio.
E allora, incatenami! mi dico, questa volta sorridendo di soddisfazione all'immobile schermo del pc.
Ricomincio a seguire la musica. La sua magia mi trascina lungo la chiocciola del mio orecchio. Scappo. Da qui. Come per incanto. Una piccola Alice ingioiellata. E sono di nuovo a correre in un bosco.

Buon week end a tutti.

mercoledì 26 novembre 2014

Mattatoio

Un capannone, affollato di bovini prossimi al macello. Una mucca, ruminante e ben pasciuta. Una mangiatoia, colma, per l'ingrasso. Una ragnatela di canali, foce di un fiume alimentare. Un silos. Un deposito. Una riserva di barili. Un magazzino di scarico. Un tir. Un'autostrada. Un magazzino di carico. Un deposito di barili. Una stanza di riempimento e raccolta. Una vasca. Uno scivolo. Una coclea, turbina a vite di lame taglienti. Un imbuto. Uno scivolo di metallo. Una sedia d'acciaio, lucida di disinfettante. Una stanza bianca, di neon e pareti di piastrelle. Una porta insonorizzata. Un corridoio senza bocche di fuga. Una camera. Una sedia a rotelle, con tentacoli di cinghie. Un letto. Una vecchia. 
Arriva l'infermiera: - Buongiorno, signora Maria. Allora, stamattina come andiamo? È pronta? Si ricorda ancora che oggi la trasferiamo?

Buona giornata a tutti.

martedì 4 novembre 2014

Lana

Dipano un'altra matassa di lana.
Questa volta è grigia.
Sono in dubbio se lavorarla a un solo filo, con i ferri del numero 3,5, o metterla doppia.
In ogni caso, rifletto sul maglione che sarà.
Come ogni altra matassa di pensiero grigio, mi piace sostenere il filo che mi passa tra le dita, pensare al suo grado di morbidezza e ruvidezza a seconda della percentuale di acrilico che solletica o punge le falangi.
Penso al gomitolo.
A come, una volta iniziato il lavoro, a mano a mano che il maglione procede, la sua rotonda compattezza si rilassi in un centro minuto che fa parte di una fine che a sua volta è stata un inizio.
Sempre a tricottare, me ne sto!
Seduta su un divano.
Impegnata, divertita e preoccupata a cambiare forma a una stessa sostanza.
Tutte le sere. 
Una vita che poggia contro un cuscino di sbagli, punti e progetti.
Insomma, un groviglio di lana.
Che dipano senza soste come ogni matassa che scelgo.  

Buona serata a tutti.