lunedì 30 dicembre 2013

Rituali

Circondarsi di candele: ecco di cosa aveva bisogno. Una vasca da bagno con un'alta marea d'acqua e bagnoschiuma, la musica di un vecchio album dei R.E.M., due giri di chiave alla porta di casa e il cellulare a nanna sotto a un cuscino del divano.
Tanto, non avrebbe chiamato, lo sapeva. Ma non aveva importanza. Era da un pò che non ne aveva più.

Non ci si può opporre al numero 37 delle proprie suole quando si cammina 25, 5 centimetri per volta, quanto la lunghezza del proprio piede; tanto vale concentrarsi sul modello di scarpe. O sul rituale del bagno. Sui gesti. Sui profumi di casa. Su un elegante abitino di raso.
Perché lo specchio, per sincero che sia, può farti anche capire che ti vai bene per quello che sei.
L'uomo dei sogni, talvolta, è un'illusione di riferimento, un prigioniero delle chiacchiere di un'amica trentenne, di una madre, di un costume sociale, idealizzato per dovere e aspettative, fino a infastidire come un modello di lavatrice in un occhio; finendo per essere un'idea che tiene compagnia, una sagoma di riferimento da vestire e denudare con abiti di carta, come fosse un gioco da bambina.
Tanto vale indugiare nell'acqua, inspirare vapori profumati di cocco, ascoltare la voce incastonata nella memoria di una canzone lasciando girovagare il sangue lungo il circuito vitale di un'arteria...
Finché i polpastrelli perdono le impronte digitali di ogni certezza e il presente si trasforma nel corpo seducente di un discreto, magico e piacevole compagno di viaggio.

Buona settimana a tutti

lunedì 23 dicembre 2013

Favola di Natale

- Io devo raccontarti una storia - disse la vecchia.
- Quell'anno si era sotto Natale. Il tempo ancora buono. Aspettavamo una mareggiata che portasse almeno qualche conchiglia dal mare. Perché la stagione dell'aridità umana ci circondava, impantanandoci sempre di più in una bassa marea di fango, sassi e pezzi di vetro. Capitò di sabato, almeno questo lo ricordo. La trovai nella posta. Poche righe sotto alla risposta di una mia domanda. Ecco, non so neppure dirti le parole esatte che avevo scritto, o le virgole che usò lui nel rispondermi. Eppure, la sentii. Senza aver fatto nulla per meritarla. Tanto che rilessi tutti quegli spazi bianchi (era lì in mezzo che l'avevo intravista danzare, come una minuscola e discreta ballerina di note), almeno un centinaio di volte, finendo per rincorrerla come il melodioso ritornello di una vecchia canzone. Quello, fu il mio regalo di Natale. Quella, fu la conchiglia che non ha bisogno di roboanti mareggiate per arrivare. La gentilezza, fu il fiocco rosso che impacchettò la danza di tutti quei bioccoli bianchi. Nonostante non ci fossero carrozze. Né abeti. Né cavalli dorati. Né elicotteri. Né crociere. Né affollamenti di scollature e gioielli. Solo spazi bianchi. Cosi semplici e ricchi  da possedere uno straordinario suono. 

Buon Natale a tutti

sabato 21 dicembre 2013

Vorrei

I giorni si susseguono. Cerco quella musica che non ho mai ascoltato. Un giorno un bacio scende sotto zero, un giorno il tiepidume di una settimana fuori luogo si arrampica sulla didascalia di una scala senza numeri. 
Vorrei avere nelle pupille il verde del bosso, nelle narici l'odore dei dolci. Vorrei saper combattere ogni giorno il sottosuolo del mondo, assopirmi per sognare, allacciarmi le scarpe da sola e non dover inciampare nel sasso di un riccio. Vorrei. Questa è una parola. In un labirinto. Mentre ciò di cui ho bisogno è alzare il bavero di un cappotto grigio per tenere al caldo il collo del mio fragile mondo.

Buon week end a tutti

venerdì 6 dicembre 2013

Tristezza in rima

Sono mare senza onda, sabbia senza conchiglia; cabina senza penombra,  costume senza meraviglia.
Ecco perché si chiama autunno.
Ecco perché il ghigno di una nube mi piove addosso un raggio di grigio senza vaniglia.