lunedì 28 novembre 2011

Moleskine


Meno male che ho sempre dietro il mio taccuino - anche se preferisco chiamarlo: "La mia Moleskine", come un'amica.
Senza di lui mi perderei. Senza il suo corpo di pagine non saprei dove appoggiare le labbra umide del mio pennino. Non rileggerei la mia anima tra la cornice di piccoli quadretti. Non sentirei il profumo dei pensieri quando i gas venefici del tubo di scappamento del quotidiano tentano di soffocarmi.
Ma non ricorderei nemmeno come mi chiamo, non presterei attenzione al tempo che scorre, a quello che è successo un giorno a caso, durante ventiquattr'ore di anonima pioggia, e a tutto ciò che sembra appuntato al bavero di carta come il fiore di una storia da ridere, quando in realtà mi auguro sia il titolo di ciò che di bello potrà accadermi in futuro.

Sono stati giorni strani, questi ultimi passati. Inconsueti. Evolutivi. Tanto lavoro e altrettante riflessioni.
Non me ne lamento, perchè la ruota di un mulino ad acqua si immerge in un canale per pochi attimi, poi risale e sgocciola... però non sempre è facile pensare al grano che, grazie alla corrente, riuscirò a macinare. Così lascio che il mugnaio del mio destino organizzi le cose per me, mentre girovago tra i sacchi di juta e tra la polvere di tante macine passate...

Buona giornata a tutti

p.s. ogni tanto devo provare a sprofondare per accorgermi come si sta, così che, uscendo dalla porta del pc, riveda con occhi nuovi la mia amata/odiata realtà.

mercoledì 23 novembre 2011

Un attimo di felicità...


...è un sonoro ceffone sul volto rugoso della tristezza.
...è un dado di frutta lanciato sul tavolo da gioco della vita, dove il numero in uscita è una coppetta di macedonia zuccherata.
...è sentirsi sospinti verso il sole in una giornata di vento, come il lungo braccio di una gru quando la ralla è libera.
...è udire le foglie secche scricchiolare e farsi assalire dal pensiero che l'autunno sia solo un enorme pacchetto di fragranti chips, da masticare.
...è credere che la curva del viadotto incastrato tra le due colline in fondo alla strada percorsa sia il sottile arco di cemento di una gigantesca C maiuscola, perchè l'iniziale del proprio nome, quando lo si ritrova nel disegno di ciò che circonda, è sempre il tratto di un'autostrada che aiuta ill motore della propria macchina a rombare di gioia.

Buona giornata a tutti

p.s. scusate le assenze dovute al lavoro


giovedì 17 novembre 2011

Topolobotomizzata


Iniziare la giornata con quel maledetto filo di mal di testa può aiutare in due modi a:
- pregustare come uccidere chi ti rivolgerà per primo la parola
- decidere di ascoltare quali pensieri spinosi stanno sorpassando la corteccia nella zona accipicchiachedolore per poi dividersi e infilarsi equamente nelle tempie.

Esistono diversi tipi di mal di testa e, se non ci siamo tuffati in una piscina senz'acqua, se non abbiamo incornato la porta di casa accorgendoci di non avere le chiavi in borsa, se non siamo stati così sbadati da dimenticare la testa in un seminterrato buio e polveroso, in mezzo ad un via-vai di topolini famelici... allora sì che quel maledetto filo di mal di testa potrà dirsi un bagaglio indispensabile, non dico piacevole, ma quantomeno famigliare e sopportabile.

Buona giornata a tutti


lunedì 14 novembre 2011

Ancora 5 minuti...


Il Vinavil del lunedì è uno strato di colla trasparente splamato tra l'orecchio destro e le federa del cuscino.
"Ancora 5 minuti..."
Chi non ha mai partorito questo bambino avvolto in una placenta di sonno?
Uno ci prova, e con tutta la buona volontà del pianeta, a tirar su appena la palla della testa, e si ritrova subito rivoltato per magia con l'orecchio sinistro di nuovo in trappola, attaccato sull'altra metà del cuscino.
Sarà che comincia a far freddino; sarà che la domenica è un fiume che rompe sempre gli argini; sarà...
Accidenti! Anche se ieri ho lavorato tutto il giorno, quindi non ho spezzato il ritmo della settimana, stamane non ce l'ho proprio fatta e ho lasciato almeno quel poveretto del pigiama sotto a un doppio strato di coperte tiepide...

Buona giornata a tutti


sabato 12 novembre 2011

Un bruscolino negli occhi


Lavoro, lavoro, lavoro...
Chi non ce l'ha, lo desidera, chi ne ha uno, ne sente il peso.
Le ore della giornata sembrano così tante che ci si domanda come sia possibile non riuscire a fare tutto.
E invece succede proprio questo. Come l'attenzione a carico del cervello, anche negli impegni si riesce a focalizzare e portare avanti una sola cosa per volta: se si è al lavoro un bruscolino negli occhi obbliga a non vedere altro, mentre quando si è seduti sul bidet  a sciacquare i fastidi, un cuscino, su cui ci si possa sdraiare, si trasforma in un sogno lontano...

E voi? Avete un bruscolino negli occhi o lo vorreste, cercandolo disperatamente tra il vento degli annunci?

P.S. Scusate le mie assenze prolungate e non volute. Prometto che il giorno in cui imparerò a stare digiuna non mancherò più nemmeno un minutino dal blog...

Buon weekend a tutti

lunedì 7 novembre 2011

Ferite

http://youtu.be/ATG1W8uQ3uQ

Lo strappo d'azzurro, tra le nubi, nel cielo di questa mattina, mi ha sollevato un pò il cuore.
Sono stati giorni di preoccupazione, paura e dolore.
Nella mia frazione, per fortuna, la terra e i muri hanno tenuto. Come le case pericolanti, non so per mano di quale Santo che ha aperto il palmo sui tetti diroccati.
Alassio è stata invece investita da una furiosa mareggiata e da una tromba d'aria.
Stamane le scuole sono ancora chiuse.
E' un bollettino sconfortante: Genova è negli occhi di tutti.

Buona giornata a tutti


giovedì 3 novembre 2011

Il tarlo


Fu una delle sue tante notti di tranquilla solitudine, quella.
Una notte di viaggio silenzioso attraverso il ponte di un sogno; una di quegli interminabili minuti di palpebre chiuse e lente pulsazioni oltre la gabbia del suo scheletrico corpo malato...
Perchè durante quelle ore Gustavo gustò ancora una volta ciò che un tempo spesso gustava.
Nei rami contorti dei lunghi respiri ritrovò il verde di una foglia di gioventù e, dietro alla maschera dei sogni, quadrante di un orologio che gira al contrario, sentì il profumo resinoso dell'albero della vita.
E immaginò il tarlo che un tempo abitava quel tronco: vivo, vispo e pasciuto.
Così potè sentirlo muoversi anche dentro di lui; insinuarsi, rosicchiargli ciò che rimaneva della sua appendice avvizzita; poi strisciare lungo le ossa fragili per risalire fino alla consumata isola del suo cervello.
Lo trovò così uguale a quello che conosceva da non domandarsi perchè fosse uscito dal legno dello scomodo sgabello di una giornata qualunque, si fosse arrampicato fino alla finestra del suo sguardo spento e gli facesse visita nell'ospizio del sonno.
Non se lo chiese perchè le notti di un vecchio sono una minestra fredda alla tavola di un cimitero, e le domande un tovagliolo che non pulisce più i lati della bocca di nessun dolore.
E quel tarlo fece il suo lavoro di sempre: rosicchiò, rosicchiò, rosicchiò...
E quando al mattino, Gustavo, cercò di aprire gli occhi, sentì solo il gusto freddo del suo ultimo desiderio e si accorse che sullo specchio delle palpebre chiuse non esisteva più il riflesso di quello che fino alla sera prima era stato il suo volto.

Buona giornata a tutti

mercoledì 2 novembre 2011

Imparare a saltare


Quella che vedete nella foto - domenica, in una gara a Tortona (AL); lo dico con orgoglio di zia, visto che i miei figli erano molto bravi in una disciplina diversa: saltar scuola... - è la mia nipotina.
Dieci anni e straordinarie capacità. Non per far lustro dei suoi eccellenti voti a scuola, della buona riuscita in questo sport o della flessibilità mentale sempre pronta che la contraddistingue, spesso, grazie a battute fulminanti, lasciando a bocca aperta noi adulti; solo per dire che grazie alla rigida educazione ricevuta da mia sorella - tra cui le lodi misurate quando ottiene un risultato -  ogni strada che imbocca questa bambina non solo è una scelta volontaria e consapevole dopo un accurato esame di pro e contro, ma è un viottolo sterrato di sacrifici - per la sua età - che lei percorre ingegnandosi sempre al massimo per evitare almeno le buche e i sassi più grossi, sfruttando le sospensioni del veicolo di possibilità che mente e corpo le mettono a disposizione.
Per fortuna, fino all'adolescenza - periodo difficile dove le insidie di incompatibilità generazionali e ormonali, incorniciate da piccole ribellioni per l'eccitazione di ciò che offrono le trasgressioni, gli amici e il mondo, sono un nemico invisibile, sempre in agguato per tutti - si può cercare di insegnare un meccanismo, da azionare ogni qualvolta si presenta una difficoltà.
Perchè è questo che sta cercando di trasmetterle sua madre.
Virginia - questo è il suo nome - per fortuna non arriva sempre prima in tutto quello che fa, e questo è il potente motore che spinge il suo amor proprio a far meglio ogni volta.
Perchè anche se sotto diversi aspetti vanta una certa predisposizione per questo sport - come per altro - lo stimolo del confronto continuo, specie con quelle coetanee, purtroppo, già esageratamente sicure di sè - sempre vittoriose, specie agli occhi di parenti e amici, quindi decantate, guidate a credere che la vita riservi solo glorie, specie a loro - la aiuta ad affrontare ogni ostacolo di ogni percorso con realtà e impegno, costruendo inconsciamente l'impalcatura possente di un metodo che spero le permetterà di saltare agevolmente quelli che da un giorno saranno gli alti ostacoli della vita.

Buona giornata a tutti