martedì 28 giugno 2011

Metti che...


...una mattina di giugno lui decida di andare in spiaggia. Prima, si fermi al bar dell'angolo per ingollare cappuccio e brioche. Guardi la cameriera come fosse lo zucchero migliore per la sua colazione. Esca e attraversi il dehor, veda una mamma troppo bella per arrancare a quell'ora dietro al passeggino di un bambino che strilla, quando un palo da lap dance la incoronerebbe regina dei sogni più belli. Si incammini verso la passeggiata, respiri a pieni polmoni, scenda la scaletta, saluti il bagnino, si chiuda in cabina e ne esca in costume. Piedi nella sabbia fresca, arrivi al suo ombrellone, stenda l'asciugamo, si sieda sul lettino e cominci a splamarsi una muta di crema. Intanto il sole, che lo guarda di fronte, accarezza le dolci onde della risacca, sorride ai primi bambini approdati, a qualche anziano, a un paio di ragazzine che per essere già lì a quell'ora, di certo, non escono ancora fino a tardi, la sera. Poi si alzi e vada a bagnarsi i piedi nello sciacquio delle piccole onde di una calda giornata di bonaccia. Guardi l'orizzonte fermo, il lenzuolo del mare solcato da un piccolo risvolto d'acqua, prodotto da un gozzo di ritorno da una notte di pesca. Si senta fortunato. Vivo. Tranquillo. Soddisfatto. E continui a sentirsi così anche quando vede emergere la bandiera di una piccola pinna. Si interessi a quell'inconsueto fuori programma. Osservi con stupore la ferita marina che partorisce il busto di una splendida sirena vestita di niente. Guardi quel corpo lucente che esce per metà dall'acqua. Piccoli seni sodi risplendono bagnati. Spalanchi gli occhi. Si immobilizzi. Aspetti senza fiato che quel pesce di carne si avvicini per sfiorarlo e fargli esplodere i sensi. Tutto si sveglia in lui. Tutto comincia a battere. Il cuore gli scende fin nella cassa toracica dell'inguine. Lo sente. E' lì. Gli inturgidisce il petto. Gli asfalta il respiro. Gli lobotomizza la ragione...
"Marcello? Marcello..."
Una voce. Il suo nome. Un Abbraccio.
 "Marcello..."
Marcello apre gli occhi e vede sua moglie che lo sta fissando, da vicino, avvinghiata.
"Marcello? Ma cosa stavi sognando?"
E Marcello guarda quel biscotto della sua consorte come fosse tenuto prigioniero in un Mulino Bianco.

Buona giornata a tutti



9 commenti:

  1. Amarognola storia... Un abbraccio.

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  2. @ Carolina: perchè non si sa mai veramente quello che passa in testa agli altri...
    Baci e albicocche

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  3. Un risveglio dal mondo dei sogni.Saluti a presto

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  4. Ciao Chiara! sono passata per ringraziarti della visita e dei complimenti! :=))). Anche a te Complimenti per il blog, frizzante e ironico!
    a presto :=))

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  5. Penso proprio che sia l'effetto del mare... :-)

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  6. Le storie da Mulino Bianco sono fuorvianti...

    Bacio

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  7. ma passa il fiume dal mulino bianco ?

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  8. @ Cavaliere: traumatico, vero?
    Baci e nitriti estivi

    @ Cristina: grazie per la visita!
    Baci e girandole

    @ Chiara: hai ragione, qui al mare, il giorno dopo eseerci stato tanto vento, le idee sono ancora scombussolate dai 'nodi'...
    Baci e nontiscordardime

    @ Kylie: ma sono un'esca gustosa. Vengono così bene questi raccontini irritanti...
    Baci e Oro Saiwa

    @ giardino: ma quanto sei figo con questi occhiali da sballo? Voglio una tua foto da tenere sul comodino!
    Baci e disco music

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