martedì 15 aprile 2014

Lingua

Ne avevo due palle così.
Tutte le sere appoggiavo le labbra al bicchiere della sua vagina.
Dovevo far roteare la lingua, né troppo piano né troppo forte, e sorbire quella schiuma bianca come fosse soda.
Non pisciavo dritto, tanto le pretese sobbollivano alle mie spalle. Il sonno era scomparso. Il comodino vomitava pastiglie. Ogni entusiasmo finito in lavatrice. Una sigaretta come esistenza. Bistecche di tovaglioli a tamponare il vuoto della fame.
Certo, il cane ancora ubbidiva, ma se mi fossi inginocchiato e gli avessi fatto vedere la lingua?

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