sabato 19 aprile 2014

Papà

Tornerò quando cesserà questo vento.

È primavera che pettina i tetti: sebbene le radici di questo mio bulbo allunghino a fatica i capelli oltre la testa di un tulipano ingarbugliato di rosso.
È nuvola che ride d'azzurro: sebbene il turchese di tutti i pennelli imbratti l'intonaco dietro al tuo mastodontico letto.

Papà, è primavera da qualche parte nel mondo: Ascolta, Annusa, Guarda, Tocca. 

Non sono un gradino di sole che possa aiutarti a salire, né bastone di pioggia che possa curare il fragile stelo delle tue ossa; non una pistola di musica, nella colonna sonora di questo arido western del Male.

Ecco cosa sono: un granchio di lacerati abbracci e carezze; un James Bond di stropicciate parole e pensieri; il parapetto sfondato di un incidente, con vittime di lacrime e dolore.

Rinchiusa dentro all'uovo di pietra insieme a questo tuo amaro pulcino, non trovo nemmeno ranocchio che salti nel piatto di molte insalate del mondo.

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