sabato 15 marzo 2014

Olga e la gallina

Quella mattina la signora Olga si alzò dalla sedia della colazione decisa ad affrontare la situazione a bastone sguainato. Era da un pò che pensava di farlo. Cosa l'aveva sempre trattenuta, era una sorta di timore: in fin dei conti era una vecchietta di novant'anni e la sua Clarabella una gallina padovana che per un chicco di mais avrebbe venduto l'uovo a chiunque.
Ma così non poteva continuare.
Il suo appartamento era tenuto sotto osservazione, notte e giorno, dagli inquilini dello stabile in cui abitava. Gli stessi che avevano cercato di farle pressione scrivendo e telefonando all'amministratore, inventando cause e pretesti pur di impossessarsi di ciò che di diritto sapeva appartenere a lei.
Inutile che le lasciassero nella cassetta della posta contanti, assegni, biglietti pagati per spogliarelli, crociere e vacanze in capo al mondo. Che il suo destino fosse di vivere ancora un giorno o cento mesi, il certificato di proprietà parlava chiaro: l'intestazione era a suo nome e non esistevano clausole a cui appellarsi per riuscire a portarle via quella benedetta gallina.
E così la signora Olga, puntando il gommino del bastone verso l'ignoto, decisa a uscire di casa per andare al consorzio a rifornirsi di veleno per topi da sciogliere nella cisterna di emergenza dell'acqua potabile nascosta giù in cantina - avrebbe poi chiuso le valvole dell'impianto principale - liberandosi una volta per tutte dello squittio di tutti quegli ingordi roditori nemici, raggiunse l'uscio, avvicinò la cataratta allo spioncino, tese la sordità al limite dello sfratto e uscì sul pianerottolo.
Peccato che Clarabella fu velocissima a sgusciarle tra le gambe in quello stesso istante e, quando la vecchia si accorse che la sua amata gallina dalle uova d'oro stava scappando verso un baldanzoso galletto appostato sul corrimano in fondo alla prima rampa di scale, lasciò cadere il bastone e si accasciò, schiacciata dall'improvviso peso di un doloroso colpo di povertà. 

Buon week end a tutti

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