martedì 10 giugno 2014

È solo un attimo

Il terrazzino guardava verso una roccia aguzza su cui svettava una torre saracena, grigia come un molare devitalizzato.
Il cielo maculato di bianco e azzurro, il profumo degli zucchini a friggere nella cucina nascosta oltre una tenda di perline e l'intermittenza di macchine, a sfrecciare sul rettilineo dabbasso agli alberi e agli uccellini, incoronavano quel 10 giugno giornata di possibile perfezione. 
- Il tempo scorre come l'olio in una padella antiaderente - pensava ogni volta, appollaiata su un piccolo divano con le gote di cuscini rossi, aspettando che il fornello mordesse d'azzurro il sedere di una di quelle stoviglie.
Amava le forbici e i bricchi di porcellana bianca, se questo si può dire; come amava scrivere su ogni muro bianco dei suoi pensieri di quel suo uomo dagli occhi blu.
- Così perfetto può essere solo il presente - sorrise tra sé, voltando di colpo le spalle alla torre per rientrare in cucina.
Aprì il primo di quattro cassetti, scelse una forbice piccola, con il manico giallo, e si avventurò oltre l'uscio di casa, verso gradini e gradini di rampe in discesa.
Calpestò un ingresso irregolare, verde di moquette e strappi. Abbassò la maniglia difettosa di un portoncino a vetri. Uscì. Attraversò un rigagnolo immobile di autobloccanti. Salì un paio di gradini di cemento, si inginocchiò per accarezzare, in una minuscola oasi di ricordi, oltre un recinto in miniatura, una piccola pinscher invecchiata da scheletrici inverni trascorsi senza padrona. Solo a quel punto si rialzò, pronta a nutrirsi di un delicato attimo di buon odore.
Ne recise quattro, di una sfumatura di colore dell'incarnato di una bambina.
Strinse quattro steli di rosa.
Si punse con le spine del tempo.
Infilò le narici nella corolla di una perfetta fioritura.
Pensò al bricco bianco di porcellana, come agli occhi blu del suo amore.
E quando rientrò, un petalo, morendo, gli accarezzò appena una mano.

Buona settimana a tutti

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