mercoledì 4 giugno 2014

Stella.

In alto nel cielo vedevano quel brufolo di luce e distanza: una stella.
Per arrivare a lei, i loro occhi seguivano ragnatele di binari meno luminosi. Le seguivano con uno sguardo di vagoncini alla ricerca di una locomotiva o di una stazione.
Si sedevano nel buio del patio, tutt'intorno i rospi accovacciati nei cespugli di bosso a gutturare canzoni, e quel loro soffrire rappresentava al meglio l'incontro di Cosmoterapia a cui si sottoponevano ogni settimana.
L'odore della fresca umidità, grazie all'assenza della luna, si infilava nella fitta boscaglia di peli delle loro narici, strusciandosi come un cane che si gratti la schiena sullo zerbino di una porta spalancata.
Le labbra lustre in un vago sorriso.
Il trampolino di un dolore cervicale per permettere alla fronte di partire verso febbrili spedizioni di profonda libertà.
Quella, la loro missione, il loro razzo, un nuovo centro di avvistamento su cui trasportare pesanti bagagli di aspirazioni. 
Anche quando la stella, catturata dal peso dei loro desideri, si lasciava andare d'improvviso lungo l'ampio arco di una caduta.
Che sorrisi!
Che buonumore!
Che magica Cosmoterapia!
Anche se nel cielo una stella seminava una cometa di vivida e lucente morte, in picchiata nell'ingordigia nera della pupilla lucida dei loro occhi.

Buona giornata a tutti

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