venerdì 14 giugno 2013

Gigolò

"Per essere un perfetto gigolò devono prima di tutto piacerti le donne" disse la vecchia pornostar, appollaiata davanti a uno specchio, intenta a ripassare un terzo strato di rossetto fucsia sulla protuberanza di un labbro inferiore simile al pluviale di un garage.
"Puoi guardare su Internet, se proprio non sei sicuro delle tue tendenze. Da non trascurare è l'abbigliamento: mocassini di vernice neri, reggicalze con calzino filo di Scozia in tinta unita, pantalone nero, torso nudo, farfallino, giacca scura con reverse di raso. A qualcuno piace avere la moto, per presentarsi al meglio della propria potenza e, in questo caso, tieni presente che il tubo di scappamento deve rispettare lunghezza e diametro del tubo d'acciaio che madre natura ti ha dato in dotazione" fece la vecchia, facendo l'occhiolino, abbassando la saggina di una ciglia finta sul tappeto di un'occhiata che della antica lana aveva solo più la capra del'aspetto.
Il giovanotto segaligno pensò alla larva che nascondeva negli slip e ai suoi 45 chili di prestanza fisica. Era seduto sul divano sfondato di una roulotte sderenata. Si girò a guardare l'intonaco di foto, soffocato dalle protuberanze di tette e culi che lo stavano accerchiando, ecoscandagliò il linoleum screziato da bottiglie di alcolici vuote e azzardò un'occhiata all'opprimente soffitto, simile a une sottile gengiva color malva macchiata da denti d'umidità di un verde bagnoschiuma all'estratto di rospo. Non riusciva proprio a guardare in quello specchio da cui continuavano a spolparlo due pupille rinsecchite come cozze liofilizzate dal caldo di un phon.
"Avvicinati sempre a donne molto grasse e vistose e lascia che ti cavalchino fino al mattino. Sei hai problemi di durata, pensa a un flipper, a una Coca Cola -ti piace la Coca Cola, vero ragazzo?- o a un toast con la maionese. Le prime volte, può risultare difficile, ma ho io una cosina che potrà aiutarti...".
La vecchia allungò il rastrello di una mano orlato da uno spesso strato di smalto brillantinato e porse al giovanotto il dischetto di una confenzione.
"Preservativo isolante effetto menta artica", lesse il ragazzo. Questa volta si fece coraggio e fissò per una decina di secondi la parrucca cotonata, rosso fuoco, riflessa nello specchio, poi, quando la dentiera della vecchia traballò: "O se invece di mettere questo preferisci pensare ai soldi che mi devi o a mio figlio Frensis e al bruciore di culo che è capace di farti venire, fa pure", i suoi occhi si parcheggiarono sul materasso di pelle flaccida della schiena nuda che aveva di fronte, sperando che la freccia del perizoma color seppia che spuntava dal taglio purulento di quel frusto sedere sfiancato, invece di puntarlo, lo accecasse.

Buon weekend a tutti

1 commento:

  1. Una storia dei nostri giorni, con tutti gli ingredienti della attualità.Anche se non sembrerebbe.

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