domenica 21 luglio 2013

Eva 2000

La macchina per il caffè Eva 2000 cominciò a sbadigliare vapore alle 6 in punto, come ogni mattina. Mezz'ora è sarebbe arrivato il modello di cui ormai si poteva dire perdutamente  innamorata.
In quel maledetto bar, dove le sembrava di essere venuta al mondo, non succedeva mai niente di nuovo e quando quindici giorni prima, il corpo lucido e tatuato di un gran pezzo di circuiti era scivolato sul bancone dalle mani di un pretuccio calvo e sudato, entrato nel bel mezzo di un noioso inizio giornata di luglio per chiedere un bicchiere d'acqua, aveva sentito le guarnizioni strangolarla.
Subito, si era detta che la forte tentazione di allungare il beccuccio non significava niente, ma quando il prete era tornato il giorno dopo, e il successivo, e ogni mattina degli ultimi quindici giorni, anticipando ogni volta di più la sua venuta, Eva, guardando la livrea del modello che l'aveva colpita, aveva sentito crescerle dentro un surriscaldamento mai provato.
Calcolando, poi, che il pretuccio era presto diventato così loquace da raccontare alla barista - tale Fulvia, serpente di tatuaggio apostolato intorno al braccio con cui rabboccava Campari - della sua lontana parentela con l'ex proprietario di quel bar, passando dal santo e semplice bicchiere d'acqua delle prime mattine a un caffè macchiato, a un marocchino, a un cappuccio con tanta schiuma da mandar giù con una brioche con la crema, quel suo 2000 stampato sul sopracciglio destro si era infuocato.
D'altronde, la colpa non era la sua; la colpa era di quel diavolo di frutto sul corpo dell'Iphone.
Se un semplice uomo di Chiesa, quale il pretuccio, si era lasciato tentare da un peccato, originale come quello della Apple, come poteva resistere lei, una Eva 2000, confinata in un bar di nome Paradiso Perduto, alla tentazione di una mela tatuata?

Buona giornata a tutti

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