venerdì 24 maggio 2013

Punti di svista

"Sempre bello essere riconosciuti!" sorrise l'uomo con il passamontagna, alzando la canna della mitraglietta in segno di risposta. Nel negozio di fronte alla banca appena rapinata dal suo gruppo di cinque, il sesto, lui, un piede sul gradino e un occhio a controllare la piazza, da sette minuti lì fuori ad aspettar la fine del solito lavoro noioso, aveva appena intercettato, dietro a una vetrina limpida senza cacche di moscerino, un commesso accucciato, rosso in volto, che si stava sbracciando per salutarlo. Da quando il suo fisico asciutto e muscoloso, il suo sguardo uguale a quello di Raoul Bova e la sua americana voce da Eminem erano passati sul maxi schermo di Italia's Got Talent , non c'era passamontagna in grado di offuscare la sua fama. Forse sarebbe stato gentile, da parte sua, finita la rapina, autografare il tovagliolino di un bar da lasciare con un calibrato sorriso alla passione di quel fan. C'avrebbe pensato. Tanto, aveva ancora un paio di minuti per farlo.
Il politico in giacca e cravatta si sistemò meglio il nodo che gli teneva in ostaggio il colletto candidato, mise una mano in tasca, tirò fuori un simbolo azzurro, cornice di uno spavaldo faccione rosa frittella da neonato suino, e sventolò il santino fresco di stampa come se tra le mani tenesse un elegante ventaglio spagnolo. Con quel commesso così gentile da salutarlo a così tanti metri di distanza, un voto sarebbe rimbalzato nel suo portafoglio ancor prima che i suoi mocassini di Paciocchi avessero finito di attraversare la piazza. I manifesti affissi da due giorni dovevano aver funzionato e Viola, prorompente cartuccia di rossetto e maniglie di fianchi così sodi da riuscire a far attraccare alla sua scrivania favolosi bastimenti di appalti e progetti, lo avrebbe soffocato con quel portentoso reggiseno di pizzo, annegandolo con la risata cristallina di un Moët & Chandon appena stappato.
"Bella Roma. E come sono tutti gentili...". Il signore e la signora Traballa stavano consumando il loro panino con la cotoletta alla milanese seduti su una panchina, a fianco dell'elegante negozio di oggetti avvenieristici dalla cui vetrina il commesso stava salutando i turisti dell'universo con una foga così unica da trasformare quello splendido mezzogiorno di sole in una cartolina da immortalare ed esibire.
"Facciamogli una foto" propose la signora. Il marito appoggiò nel contenitore di vetro l'avanzo di panino, si sfregò le mani bagnando i piccioni ai suoi piedi con croccanti coriandoli di briciole, si alzò, raggiunse il borsone anni '70 seduto accanto alla moglie e riportò alla luce la mummia di una Kodak Instamatic. Poi, fece quattro passi, si inginocchiò appena e... clic, immortalò per i loro figli e nipoti un vero commesso alieno, circondato da strani aggeggi simili a navicelle spaziali, pistole laser, teletrasportatori di Star Trek e poltrone per i viaggi interstellari, come a Milano nessun cinese si era azzardato ancora ad aprire.
"Mamma... perché quel signore accucciato ci sta salutando?".
"Amore, qui in centro sono tutti gentili. Specie in un negozio di design come quello, dove una poltrona costa come il Colosseo".
"Mamma... perché, allora, la sua faccia sembra quella di un T-Rex?".
"Amore, evidentemente quel signore avrà caldo. Non vedi, poverino, quant'è sudato?".
"Mamma... hai visto quel vecchietto che gli spunta da dietro alle spalle?".
"Amore, quale? Io non lo vedo... Poi, si dice signore anziano, non vecchietto".
"Mamma... ma quando un 'signore anziano' assomiglia a qualcuno del mio libro di scienze, si può dire 'vecchio scienziato?".
"Amore, se è un signore con i capelli bianchi un po' lunghi e spettinati, i baffi e gli occhi stupefatti, può assomigliare a quel famoso uomo di scienza di nome Einstein, ma è comunque più gentile dire 'anziano' scienziato".
"Mamma! Ma allora è proprio lui! Einstein! Hai visto che l'avevo proprio riconosciuto? Lo sai che stanotte è venuto a trovarmi e mi ha detto che adesso lavora per dei signori che costruiscono panni invisibili per lavare i vetri dei negozi? Magari quel signore è così rosso perché fa fatica...".
"Amore, i panni non si 'costruiscono', si producono. E poi Einstein non è più tra noi. E' partito per il suo ultimo viaggio tanto tempo fa, nel 1955".
"Mamma... devo proprio andare a mangiare dalla nonna?".
"Amore, certo, alla nonna fa sempre piacere".
"Mamma.... a lei posso raccontare di un T-Rex che lava i vetri di un negozio con un panno invisibile?".
"Amore, per piacere, cerca di non spaventare quella povera donna".
"Ma mamma! Io da grande voglio fare lo scrittore!".
"Va bene amore, però, prima, prometti di mangiare tutto".
Buon weekend a tutti

Nessun commento:

Posta un commento