martedì 21 maggio 2013

Una piccola favola d'amore

Mirtilla e 2CV si conoscono in una notte di luna piena.
Lei, è appena scappata da una vetrina di cristallo e lui, dal cofano di una vecchia scatola di lamiera.
Si incontrano a un crocevia, sotto a un semaforo lampeggiante, e la luce arancione evidenzia subito la morbida crema di burro e zucchero del cupcake spaventato. Mirtilla è confusa: ha un nome femminile e un corpo maschile. Era stata relegata in una pasticceria dopo essere passata dallo sbattimento di un cucchiaio e dalla sauna di un quarto d'ora di forno. Spera di essere bella.
2CV, al contrario, scappato dalla macchina che lo teneva prigioniero in uno stomaco, dopo aver tossito arrancando per ripide salite e perso qualche goccia di olio, ha un nome maschile nonostante sia cuore di un corpo femminile. Spera di essere potente.
Tra i due è subito amore, come può esserlo solo tra un'oliva e un martello, un coccodrillo e una chitarra. Potrebbero scappare insieme. Vivere felici. Mettere al mondo un sedile di pelle al profumo di limone e un bignè di ceramica possente come un pistone, se non fosse che Rosetta e Anacleto è destino che domattina si incontrino.
È  stata Rosetta a sognare il cupcake, scappato dalla pasticceria che vorrebbe aprire, e Anacleto a immaginare un'officina dove farsi aiutare dal padre a registrare vecchi motori.
Perché la storia di Rosetta e Anacleto, a essere sinceri, comincia un sacco di tempo fa, a loro insaputa, quando la pubblicità di una squisita ricetta americana e quella di un formidabile motore Citroën si ritrovarono per caso l'una contro l'altro, tra le pagine di una rivista. Passano molto tempo appiccicate strette, quelle due foto, al punto da convincersi che quell'intimo contatto, insolito per la verità, sarà per sempre.
Invece arriva un giorno in cui un bambino apre a caso un giornale nella sala d'aspetto di un dottore e strappa due pagine per farne due aeroplanini. Velivoli di carta temerari che lancia fuori dalla finestra nella speranza che percorrano tanta strada.
È un giorno di vento e le due pagine prendono quota facilmente, volando così in alto da riuscire a planare oltre lo steccato di due piccoli giardini. Della stessa città. A due soli isolati di distanza. In uno, la madre di Rosetta, ancora bambina, sta giocando con una bambola di nome Isotta, che profumo appena di vaniglia, e nell'altro il padre di Anacleto, ancora bambino, sta smontando il cofano di un furgoncino di latta. I due, non si conoscono, e non si conosceranno fino a settembre di quest'anno, quando diverranno ufficialmente due consuoceri.
Perché sono dovuti passare almeno trent'anni pera far sì che Rosetta e Anacleto si potessero guardare per la prima volta negli occhi. E in attesa di questa notte in cui i loro sogni si ritrovano per caso a un crocevia, sotto a una luce arancione lampeggiante, il destino ha fatto molta strada per loro.
Così che mentre un cupcake di nome Mirtilla e un vecchio motore 2CV si stanno facendo un sacco di domande in una strada deserta che sembra non regalare alcuna risposta, il sole si possa preparare a sorgere più alto di un semaforo e, due ragazzi, a scontrarsi per caso: su un marciapiede, davanti a un'edicola, di fronte a una rivista di macchine e una di pasticceria.
Buona giornata a tutti

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