sabato 18 gennaio 2014

Rosolino Bellomo

Il buon Dio era stato gentile con lui: gli aveva regalato un viso attraente, occhi grigio azzurri, un sorriso elegante e modi così raffinati da lasciare dietro di sé una scia di caldi sospiri femminili.
Tutto di lui odorava di successo, anche il suo nome: Rosolino Bellomo. Tutto. A parte le disgraziate appendici delle sue mani, talmente rozze, minuscole e ingovernabili da risultare deformi rispetto al resto della sua figura. Peccato... Rosolino si sarebbe potuto sentire profondamente nato per delinquere, non avesse avuto al seguito quelle due traditrici, e le 4 rapine e 5 truffe messe a segno con successo negli ultimi tre mesi, si sarebbero dimostrate la concretezza di un sostegno, naturale come la muscolatura di una predisposizione.
E invece quelle due traditrici erano sempre pronte a boicottarlo, aprendosi nei momenti meno opportuni come la rosa di un proiettile rosso di guai.
Per questo era successo tutto quello che era successo appena due giorni prima. Entrato nel bar della piazza per sorseggiare un caffè, Rosolino aveva sentito la mano sinistra scappargli dalla tasca per andare a palpare ben bene il culo di chi sapeva lui. Era stato a quel punto che niente sarebbe accaduto se appeso al bancone non ci fosse stato Pino l'Aragosta, già rosso di Campari e sconfitte al video poker. Invece quel Pino aveva intercettato con le sue secche antenne da spione il polso di Rosolino, saltando di sorpresa sullo sgabello, testimone di un fatto talmente grave da costringerlo a uscire dal bar zampettando in diagonale, incespicando due volte nel bianco e nero delle piastrelle. Un Pino talmente scioccato da dover chiamare di gran fretta a casa di Rinuccio, rientrando subito dopo con l'orecchio destro addirittura più rosso delle sue stesse gote; Rinuccio che a sua volta doveva aver telefonato a don Gaetano, il quale, dopo aver lasciato a metà la messa domenicale, aveva aperto il sipario di tende di quello stesso bar dopo soli cinque minuti, entrando nella penombra con passo deciso e lucido di Calzanetto, sospinto dal calore fuori luogo di un raggio di sole che gli mordeva un pò troppo il sedere. Un cento chili di vestito gessato a doppiopetto che, senza nemmeno salutare o muovere la testa, aveva minacciato le pupille di Rosolino con l'unghia di un mignolo alzato, sorseggiando un caffè, senza zucchero e corretto tamarindo.
Non ci stupiremo, quindi, di scoprire come a questo punto il nostro Rosolino sia stato costretto a fare quello che ha fatto che, riassunto in sintesi, può essere tradotto in: ha sparato all'Aragosta con una Magnum calibro vendetta, ha tagliato con un affilatissimo coltellino svizzero una falange del don per poi strangolarlo con uno strofinaccio pallido come il barista e ficcargli l'unghia aguzza direttamente tra gli incisivi; ma si è anche scomodato per andare a casa di quel Rinuccio e, tra quelle mura domestiche unte di polpette, prima ha massaggiato la testa della moglie - dopo essere stato minacciato con una padella - sporcando di sugo un pò dappertutto, poi ha fatto fuori il marito colpendolo tra le suppliche con un enorme fagiano di bronzo. Ma non solo... Per chiudere con professionalità l'intera faccenda, ha poi telefonato a Giuseppe Crediindio, il quale si è sentito in obbligo di chiedere in prestito al suo socio Romanino Cronotacchigrafo uno Scania nuovo di truffa, facendo il giro dei morti ammazzati diretto da Rosolino, recuperando uno ad uno quei cadaveri di una famiglia di stronzi da ricompattare.
- Mi devi una cena con Belen... - aveva poi brillato l'occhio di Giuseppe, amico fedele di Rosolino, non così alto ma sufficientemente rude e muscoloso, e quando per tutta risposta la mano sinistra di chi sappiamo noi gli aveva palpato ben bene il sedere, il Cronotacchigrafo aveva sospirato trattenendo per sè un: - Oh brutto ricchione! - sapendo che quel silenzio gli avrebbe garantito una cena con la tabaccaia uguale a quella stella della pubblicità in tv, regalandogli un'Adsl senza linea fissa ma con una connessione così potente, tra la sua antenna di carne e il profondo risucchio di una gola da Paradiso, da annientare il disturbo di qualsiasi altro segnale.

Buon week end a tutti

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