martedì 14 gennaio 2014

Traffico di destini

Si era seduta alla fermata dell'autobus con l'intenzione di partire. Era da un pò che ci pensava. Poi, quella zingara senza un occhio le aveva quasi pestato un piede. Stava scappando, e quel suo magnetico dente d'oro aveva brillato per un solo secondo: - Tieni mio bambino!
Si era ritrovata aggrappata a un traffico di destini.
- Perché proprio a me? - le avrebbe voluto chiedere, ma l'odore acre di una lunga e sgargiante gonna a ruota le aveva frusciato nella gola e nel naso, scomparendo come la coda di una stella cadente, inseguito dal sibilo prepotente di un lontano fischietto.
Non era più partita, ritrovandosi intrappolata su quella panchina di pietra, tra le braccia un fagotto di stracci e silenzi. Subito, si era spaventata. Poi, aveva capito. Così aveva aspettato, contando cinque autobus, tutti con la scritta Andora. E all'arrivo del sesto, era sbucato da dietro l'angolo il luccichio di quel dente d'oro.
- Dammi tua mano - le aveva intimato la zingara, una volta vicina. Aveva ubbidito.
- Tu, presto mamma.
Aveva guardato quella donna negli occhi, senza alcun timore, annusando un'aura di misteri che le avevano insegnato a non considerare; e un dito sconosciuto, scuro, in punta una mezzaluna di sporco, che le aveva solleticato un'invisibile infossatura sul palmo della mano. Dopodiché, lei aveva restituito il fagotto, senza riuscire a parlare, e la zingara, così com'era apparsa, era scomparsa.
- Tu,  presto mamma... - si era ripetuta tra sé, riuscendo finalmente a staccarsi dal freddo di quella panchina di pietra. Solo in quel momento si era resa conto che in meno di mezz'ora suo marito sarebbe rientrato, e se fosse arrivata a casa prima di lui, avrebbe potuto nascondere il borsone sul fondo dell'armadio, senza bisogno di dare alcuna spiegazione.
La sua vita, fino a quel momento, era stata così coerente, vuota e complicata da ripromettersi che, se davvero fosse riuscita a diventare madre, da un giorno, ripensando all'assurdità di quell'incontro, avrebbe pellegrinato tra gli scaffali di tutti i negozi di giocattoli della zona per trovare e regalare a suo figlio un bambolotto uguale a quello che una zingara, durante una lontana mattina di vento, le aveva affidato.

Buona settimana a tutti

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