domenica 20 ottobre 2013

La bambina con il pesce rosso

Lungo la strada passava sempre una bambina con un pesce rosso intrappolato nella trasparenza del sacchetto che teneva in mano.
Passava tutte le sere, verso le sette, le spalle strette in uno striminzito golfettino di lana blu; camminando piano, calpestando la pietra di lose che, a lungo andare, le avrebbe bucato le suole.
A darle il pesce, era stato suo nonno.
- Questo pesce è rosso come un fiore - le aveva detto, porgendole il regalo. 
E a quel pesce, la bambina, si era subito affezionata, cominciando a portarlo in giro ogni giorno.
A vedere gli alberi.
- Guarda che belli, ma non vanno bene per te: le loro foglie non sono gocce d'acqua.
A vedere il cielo.
- Guarda che bello, ma non va bene per te: il suo azzurro è troppo asciutto.
A vedere il mare.
- Guarda che bello, ma non va bene per te: il suo sale è veleno.
E così la bambina aveva continuato a guardare il suo pesce, immerso dietro alla trasparenza di quelle bellezze inadatte alla sua natura, sospeso nello spazio di un piccolo sacchetto in attesa di chissá quale destino.
Finché un pomeriggio, sulla via del ritorno, camminando a testa bassa per riflettere sul piccolo peso che ormai si portava sempre appresso, la bambina andò a sbattere contro qualcosa e il sacchetto le scappo di mano.
Alzò la testa di scatto, spaventata, sicura che per colpa del guizzo di quello scontro avrebbe visto morire nell'agonia di una terribile pozza d'aria il suo amato pesce rosso. Quando si accorse che di fronte a lei c'era un bambino, le spalle strette nella lana blu di uno striminzito maglione, tra le braccia una boccia di vetro piena d'acqua ma ancora senza un pesce.

Buona settimana a tutti

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