giovedì 30 gennaio 2014

Sto parlando con te

Ho scritto di te e del tuo montgomery.
Ma anche dei passi che ti vedo fare e che non capisco se ti servano a scappare o a raggiungere. Ecco, è a questo che sto pensando. E alle mie scuse, quel giorno, per aver scritto della tua esistenza come fossi stato solo uno dei miei personaggi.
  
Un pomeriggio. Una poltrona. Il Signore degli Orfani sulla scrivania. Non chiedermi il perché di questi pensieri. Scrivo, non mi rimane molto altro da fare. Busso con i pensieri sui gusci d'uovo delle mie tristezze e continuo a scarabocchiare infiniti ovali di parole; che mi circondano, ispessiti e sempre più simili a occhielli di pietra.
Un rosso sodo? Una tiepida coque? Un pulcino?
Dove si sono nascoste queste piccole forme di serenità?
Incappassi in un misero cubo, mi rintanerei almeno in un elementare angolo di equilibrio... E invece nulla. Ovali e spirali.
Per entrare nello zoo delle geometrie, è indispensabile avere un biglietto di sorrisi, così da godere almeno di quel poco visitando le forme; e io non ho più il lasciapassare di questo rettangolo, e mai nessuno così gentile da porgermi, per un momento, il suo.
Per questo avrei voglia di chiederti un favore: se passi di qua, potresti essere così gentile da pensare a una forma segreta?
Magari a un libro, magico parallelepipedo! per raccontarmi una storia.
Perché sono stanca di inventare e scrivere con l'inchiostro della mia solitudine, nel delirante tentativo di elaborare un pattern quotidiano di ovali vivibili.
Così che la prossima volta, incontrandoti, tu mi dirai qualcosa che mi farà capire di aver letto e capito, e io ti guarderò come fossi il guardiano di un piccolo zoo, sorpresa celata da un ordinario guscio.

Buona settimana a tutti.

2 commenti:

  1. è l'ora di bucare il guscio ed uscire(?)

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  2. "Perché sono stanca di inventare e scrivere con l'inchiostro della mia solitudine, nel delirante tentativo di elaborare un pattern quotidiano di ovali vivibili."

    ma che poesia.

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